La rapida evoluzione delle tecnologie informatiche in azienda, cui in molti casi si è contrapposta la rigidità al cambiamento dei soggetti aziendali coinvolti, ha portato alla condizione (forse paradossale, forse naturale) per cui lo strumento informatico (dove “informatico” è un concetto ben diverso da “informativo”) risulta essere l’unico indiscusso attore nel funzionamento del sistema informativo aziendale, allo stesso tempo causa di ogni male, o possibile fonte di ogni soluzione.

Da un lato, la cronica carenza di informazioni, che caratterizza una rilevante parte delle PMI, viene ricondotta alla presenza di sistemi informatici non adeguatamente implementati e difficili da interrogare. Dall’altro, la soluzione a tale problema viene ricercata in un nuovo strumento in grado di superare i limiti del precedente.

Tale punto di vista, seppur condivisibile nella sua sostanza, non può non considerarsi limitativo: la carenza informativa, in qualsiasi accezione la si voglia intendere, deve essere in primo luogo valutata in relazione al “modello informativo” sottostante ed alla sua capacità di rappresentare adeguatamente la dinamica aziendale.

Una carenza informativa in relazione, ad esempio, ad una determinata voce di costo, dovrà essere analizzata alla luce del sistema di contabilità generale ed analitica presente in azienda, nonché delle dimensioni di analisi definite per essa; solo in seconda istanza, si potrà mettere in discussione la modalità con la quale tale posta viene rilevata all’interno del sistema informatico in uso.

Una corretta e puntuale rilevazione “informatica” del dato, infatti, conta poco se tale dato viene sottoposto ad un modello di elaborazione e analisi non adeguato o, in casi estremi, difforme rispetto alle corrette logiche economico aziendali.

E’ proprio questo, dal punto di vista di chi scrive, il nodo fondamentale: la grande attenzione che si focalizza (giustamente) sui sistemi informatici, sul loro funzionamento e sulla loro evoluzione, ha portato in molti casi a ritenere che ad essi spetti il compito di soddisfare qualsiasi esigenza informativa aziendale, dalla produzione del dato, all’elaborazione dell’informazione, fino alla sua rappresentazione e interpretazione.
Di contro, si è andata in parte perdendo la consapevolezza che tutti gli aspetti ora citati sono, in prima battuta, rilevanti dal punto di vista economico aziendale e quindi dipendenti da modelli che poco o nulla hanno (apparentemente) da spartire con questioni squisitamente informatiche ed applicative.

Tale osservazione vuole portare a riflettere sul fatto che la presenza di un sistema informatico, per quanto evoluto esso possa essere, non giustifica in alcun modo l’ignoranza (nel senso letterale del termine) del modello economico aziendale ad esso sottostante.

In caso contrario, il rischio è quello di “subire” le risultanze del sistema informatico senza poterle governare, senza avere la consapevolezza di quale sia il processo che ha portato quell’informazione a generarsi.

D’altro lato, lo sviluppo delle soluzioni, basate su modelli economico aziendali, coerenti con i problemi riscontrati, viene reso difficoltoso, se non addirittura impossibile, per effetto delle limitate possibilità di intervento sui sistemi informatici in uso presso le aziende.

Tali limitazioni possono riguardare la fruibilità dei dati presenti a sistema (il dato è presente all’interno del sistema ma non è contemplato il fatto che esso venga reso disponibile all’utente in maniera ottimale per soddisfare le finalità informative di quest’ultimo) oppure la stessa possibilità di implementare da un punto di vista informatico la soluzione disegnata in ottica prettamente aziendale.

Su questo aspetto preme focalizzare l’attenzione: l’attuale situazione di apparente stallo, che porta il consulente aziendale a scontrarsi con i sistemi informatici in uso presso le aziende beneficiarie del proprio intervento, può essere superata intraprendendo un percorso di avvicinamento (o più correttamente di “riavvicinamento”) del consulente aziendale verso quelli che potrebbero essere definiti i propri “strumenti del mestiere”.

Le applicazioni informatiche in parola, infatti, rappresentano oggi gli unici reali strumenti a disposizione del consulente aziendale per far si che le soluzioni da lui definite possano essere implementate in azienda, con la conseguenza, a nostro parare logica, che egli dovrà, nel più breve tempo possibile, farne proprie le logiche ed il funzionamento.